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“La metafora è uno dei nostri strumenti più importanti per cercare di comprendere

parzialmente quello che non può essere compreso totalmente: i nostri sentimenti, le

esperienze estetiche, le pratiche morali e la coscienza spirituale.”       J.J. Wunenburger

Visioni che riflettono sul divenire, sguardo nel tempo capace di transitare dal passato attraverso il presente fino al futuro: è il linguaggio delle immagini che consente di cogliere l'essenza di oggetti ed esperienze altrimenti impronunciabili.

I lavori presentati offrono un estratto del cammino artistico compiuto attraverso anni, esperienze e strumenti diversi. Ciò che appare è una ricerca continua, in evoluzione, il cui filo conduttore è lo sguardo che osserva e interpreta la realtà. Sono evocazioni, immerse nell'apparenza di un istante proiettato nel susseguirsi di attimi differenti, bagliori colti nella contingenza di un momento che si offrono come opportunità per ascoltare nuovi racconti.

Non esistono fini, non ci sono restrizioni, ogni lavoro è un punto all’interno dello svolgersi del fare creativo. Emozioni e attribuzioni di senso emergono spontanee e immediate, strettamente legate all'istante della fruizione dell’opera intesa come un contatto soggettivo in grado di coinvolgere a livello interiore e razionale.

L'immagine, con la sua stratificazione di differenti modelli di conoscenza e il suo definirsi come forma imprescindibile del sapere, si rende strumento di indagine, capace di evocare la diversità delle impressioni, i significati e le sensazioni che compongono l'esperienza, mezzo attraverso il quale dare voce a quanto può essere pronunciato così come a quanto invece può essere sentito soltanto grazie all'ascolto del silenzio.

Materiali, linee e colori restano liberi di esprimersi in un’esistenza vibrante e autentica, esplorati attraverso un metodo di ricerca concentrato sul segno, strumento vivo e versatile che permette di cogliere, canalizzare e lasciare fluire la forza creativa.

 

L'energia che si svolge dal tratto, in relazione con forme, colore, materia e soggetti, si esprime in un linguaggio espressivo aperto e diviene azione, pensiero ed emozione.

 

Affiora un percorso che dal rigore della ricerca dedicata alla linea pura, indagata con il solo uso del bianco e nero, giunge al gesto ampio che si combina con le campiture cromatiche vitali e vibranti grazie all’uso del collage e dello strappo, fino a sperimentarsi nel legame con il supporto da cui il segno emerge attraverso l’incisione, il graffio, l’abrasione o la manipolazione tridimensionale.

L’essenzialità dei materiali caratterizza anche le opere di indagine sulla figura: il segno trova la sua essenza snodandosi sulla morbidezza anatomica del corpo umano, risaltando con immediatezza e semplicità sulle immagini di sfondo, forme estrapolate dalla realtà grazie allo strumento fotografico e rese pittoriche dalla loro manipolazione in computer grafica.

 

Anche la fotografia quindi non è più concepita e sfruttata solo come strumento di interpretazione realistica, ma viene ripensata con la sensibilità e le modalità espressive di un pennello o di un carboncino che scorrono sulla tela. Ciò che conta non è tanto la riconoscibilità del soggetto, spesso fermato in una visione limitata a piccoli dettagli, quanto piuttosto la sua intuizione, la pura sensazione che ne può cogliere l’osservatore.

Effetti di movimento, sfumatura o sfocatura tendono appositamente a disorientare mente e percezione sensoriale cosicché, accantonati stereotipi e aspettative, si lascia spazio alla relazione autentica con l’opera, al fluire spontaneo di pensieri e impressioni.

 

Un segno che alla fine diventa continuità di vita, in una riflessione autobiografica, attraverso il suo scorrere su realtà familiari e domestiche che, nella loro apparente semplicità, molto hanno da narrare. Oggetti che raccontano storie personali, che animano luoghi, pensieri e spirito, che si mostrano per trovare nuovi universi di senso.

 

 

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